Perché non utilizzare le spiagge di contrada Canne Masche?

La questione della sottrazione alla balneabilità di lunghi tratti di spiaggia ricadenti nel territorio di Termini Imerese, è ormai diventata annosa e ha dato luogo a contestazioni e proteste nei confronti della Pubblica Amministrazione.

La realizzazione della zona industriale nella zona costiera ha inibito la fruizione di molti chilometri di spiagge, fino agli anni 60/70 tra le più belle del comprensorio. La costruzione della litoranea tra il porto e la zona industriale, che ha dato vita ai cosiddetti laghetti, ha impedito la fruizione di alcuni tratti un tempo balneabili. In virtù della esistenza di dette destinazioni del territorio, da anni ormai viene emesso un decreto da parte della Regione  che fa divieto di balneazione per un tratto di 11.000 metri lineari compresi tra lo stabilimento Mormino e la torre Battilamano.  A tale decreto si conforma poi l’ordinanza del sindaco che stabilisce il divieto di balneazione in tali tratti. Al contempo, l’inquinamento provocato dallo sversamento nel fiume S. Leonardo dei liquami non trattati provenienti dagli scarichi fognanti di una buona parte della città, ha fin qui provocato il divieto di balneazione per lunghi tratti a destra e a sinistra della foce del  fiume S. Leonardo stesso. Con l’entrata a regime del depuratore della Barratina, cui sono convogliate anche  le acque di scarico del versante S. Leonardo, il fenomeno tenderà a scomparire.

Per il momento, però, per i termitani esistono solo due tratti di costa balneabile: la zona della cosiddetta Pietra Piatta e la zona retrostante il molo sopraflutto. Nello stesso tempo ogni anno, in estate, specialmente nei fine settimana le spiagge prospicienti l’Enel e la Fiat vengono prese d’assalto da frotte di cittadini, molti provenienti  da Palermo, alla ricerca di spiagge libere e facilmente accessibili.

Tali cittadini non si curano né dei divieti di balneazione, né dei rifiuti che essi stessi provocano e che si accumulano in quantitativi industriali. Lo spettacolo che si offre è di estremo degrado e di grave inefficienza della Pubblica Amministrazione, come più volte con forza denunciato.

Una iniziativa assunta lo scorso anno è stata quella di destinare alcune spiagge dei cosiddetti laghetti per la realizzazione di iniziative rivolte in particolare ai bambini ed ai giovani.

Una attenta osservazione della situazione, tuttavia, spinge a formulare la proposta che di seguito si espone:

in contrada Canne Masche, all’estrema propaggine est della zona industriale, nel Piano Regolatore dell’Asi (oggi Irsap), sono state individuate alcune vaste aree classificate “ V1” destinate a verde pubblico attrezzato, prospicenti il mare. In tali aree, secondo le norme di attuazione del Piano Regolatore Asi, sono ammissibili interventi  per la viabilità pedonale e ciclabile, attrezzature per lo sport ed il tempo libero, gazebo e piccoli chioschi.

Non solo, le aree in prossimità della costa possono essere destinate ad impianti balneari o finalizzati al diretto utilizzo del mare.

In considerazione del fatto che tra il mare e tali aree si estende una spiaggia larga in alcuni tratti almeno dieci metri e della lunghezza di almeno mille metri, l’idea che si prospetta è quella di destinare tali aree alla balneazione, procedendo innanzitutto a proporre la revoca del divieto di balneazione per motivi connessi alla esistenza della zona industriale (che, come abbiamo visto, in realtà non c’è, perché le aree sono vincolate a verde attrezzato), anche in conseguenza, come è ovvio, della verifica da effettuare sulla salubrità delle acque marine (su cui poco c’è da dubitare).

La revoca del divieto di balneazione renderebbe immediatamente e direttamente fruibile un lungo tratto di costa che potrebbe soddisfare la robusta domanda che grava su Termini Imerese. L’Irsap e l’Amministrazione comunale, attraverso un protocollo d’intesa, potrebbero definire un piano di attrezzature minime: sentieri, zone a parcheggio, aree per il ristoro, attrezzature da spiaggia, così come previsto dalle norme di attuazione del Pr Asi. Queste attrezzature potrebbero essere realizzate in collaborazione tra l’Asi ed il Comune, oppure essere realizzate da privati, come è stato fatto dall’iniziativa Kafar, che dopo un lungo e defatigante iter burocratico è riuscita ad aprire i battenti, pare con buoni risultati.


graphicloads-filetype-pdf
Vedi la Mappa

0 Commenti

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

CONTATTACI

Scrivici se hai domande o quesiti da sottoporci.

Sending

©2025 Cittadini Termitani - Privacylogo

Log in with your credentials

Forgot your details?

Vai alla barra degli strumenti