A seguito della ordinanza del Tar, l’Enel presenta il progetto completo della trasformazione di una parte della centrale in un deposito di carburanti
La penultima puntata della vicenda che oppone la maggioranza dei termitani all’Enel, per la sua intenzione di cedere una parte della centrale a una ditta privata per farne un deposito di carburanti con relativo attracco di petroliere al pontile, si era conclusa a marzo di quest’anno con una ordinanza del Tar di Palermo.
Come si ricorderà l’Enel aveva chiesto al Comune di Termini Imerese un parere preventivo sulla ipotesi di scorporare una parte dei serbatoi ed il pontile dalla centrale e venderli ad una ditta privata, allora la Cancascì petroli di Misilmeri, per farne un deposito costiero di carburanti per il relativo commercio. Il Comune, con una articolata e motivata relazione redatta dagli Uffici tecnici, aveva dato il suo parere negativo. Contro tale parere l’Enel aveva presentato ricorso al Tar, chiedendo anche una sospensiva del provvedimento del Comune.
Il Tar, con ordinanza del 23 marzo 2018, ha respinto la richiesta di sospensiva con la motivazione che la stessa mancava del presupposto del fumus boni iuris: “ non avendo mai la ricorrente (Enel) presentato al Comune il progetto relativo all’intervento di cui trattasi, non lo ha messo nelle condizioni di comprendere se lo stesso sia o meno compatibile con la destinazione urbanistica dell’area “.
Il risultato ottenuto era sicuramente buono, ma non tale da scongiurare il pericolo, visto che l’Enel ha sempre insistito affinché il comune desse il suo parere favorevole, iniziando anche l’ennesimo e vergognoso balletto di dichiarazioni, disponibilità a discutere, incontri programmati che non si sono mai realizzati e che a null’altro erano finalizzati se non a guadagnare tempo e ammorbidire le manifestazioni di protesta.
A conferma di ciò, senza che mai l’Enel si sia mai seduta a confrontarsi con la comunità termitana, ecco che con nota del 25 giugno Enel produzione trasmette al Comune di Termini Imerese il progetto completo del frazionamento della centrale e di sua trasformazione in deposito di carburanti costiero. Da notare la motivazione addotta dall’Enel, che fa proprio riferimento alla ordinanza del Tar, come se non fosse stato e non sia comunque suo preciso dovere, mettere il Comune in condizione di valutare con attenzione avendo a sua disposizione tutti gli indispensabili elementi di conoscenza.
La lettera contiene due novità: la prima è che l’interlocutore dell’Enel (acquirente dei serbatoi e del pontile) non è più la Cancascì petroli, ma è diventata nel frattempo la Levantoil srl, una società con sede anche essa a Misilmeri che ha incorporato per fusione la Cancascì petroli. La seconda è che questa volta l’Enel ha allegato al progetto dei pareri pro veritate che mirano ad attestare che il progetto della (oggi) Levantoil srl è un progetto di produzione industriale e non di realizzazione di una attività commerciale. Chissà se i giuristi che sono stati lautamente pagati per fornire il parere sono stati anche informati del fatto che è la stessa Cancascì petroli, in atti ufficiali depositati al Ministero dell’Interno, a qualificare la attività in progetto come “ deposito costiero di carburanti” a scopo commerciale.
Ci auguriamo, ovviamente, che come è già avvenuto con la prima richiesta, l’Amministrazione Comunale voglia esprimere un motivato parere contrario, facendosi così interprete fedele anche della volontà della maggioranza dei cittadini, più volte chiaramente espressasi e dello stesso Consiglio Comunale. Sappia stigmatizzare il comportamento poco dignitoso dell’Enel, sappia infine fugare la voci che danno il Sindaco e la Giunta indecisi sul da farsi.
Buona parte del futuro di Termini Imerese si decide in queste settimane, noi non vogliamo che il nostro territorio torni indietro di 40 anni. La nostra città può e deve proporsi invece come polo della innovazione per uno sviluppo sostenibile. Nei prossimi giorni presenteremo delle proposte che vanno in questa direzione.