DURO INTERVENTO DELLA CORTE DEI CONTI SUL BILANCIO DEL COMUNE

Nell’ambito delle attività di vigilanza che per legge la Corte dei Conti esercita sui bilanci degli enti locali, la Sezione di Controllo di Palermo ha emesso la deliberazione n. 66 del 20/2/2018, giunta dopo una lunga istruttoria, comprendente anche le risposte date dall’Amministrazione comunale di Termini Imerese ai rilievi formulati, ritenute in gran parte  insufficienti.

La deliberazione ha preso in esame ed ha espresso critiche pesanti (e non solo) sul rendiconto dell’esercizio 2015 e sulla mancata approvazione del rendiconto dell’esercizio 2016. Come è noto, il rendiconto dell’esercizio finanziario 2015 è stato approvato dal Consiglio Comunale in data 3/8/2017, dopo un lunghissimo iter che ha visto l’emanazione di numerose delibere che modificavano i dati, soprattutto il risultato di amministrazione, anche a seguito dei rilievi formulati dai revisori dei conti.

Rileva innanzitutto la Corte come nel 2015 sia stato sforato il patto di stabilità per  E. 1.394.000, e come il Comune non abbia osservato la sanzione di cui all’art. 31 della legge 183/11 che impone ai comuni inadempienti di non impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni dell’ultimo triennio. Per il 2016 il Comune ha garantito il rispetto del Patto.

Il Fondo rischi contenzioso è stato ridotto da 498,7 migliaia di euro a 98,7, perché c’è stato l’utilizzo di 400 migliaia di euro per la copertura finanziaria di debiti fuori bilancio. In ogni caso la Corte ha ritenuto non congruo anche lo stanziamento di 498,7 migliaia di euro per fare fronte ai contenziosi in essere presso il Comune e che potrebbero dare origine a onerosi pagamenti a carico della casse comunali, e ha criticato fortemente il fatto che, pur essendo il contenzioso pre 2011 ammontante a 5,8 milioni, esso è stato suddiviso in 15 anni, mentre quello post 2011 ammontante a 324,9 mila è stato spalmato in tre anni.  

Altre anomalie segnalate riguardano il mancato accantonamento delle somme per l’indennità di fine rapporto degli amministratori, ed il livello dei fondi vincolati relativi alla Tari, per somme non corrisposte ad Ecologia e ambiente per contenzioso. Sempre per quanto riguarda il settore rifiuti la Corte rileva i mancati accantonamenti per la restituzione alla Regione delle somme ricevute dal Comune a titolo di anticipazione: 3.2 milioni di euro, di cui da restituire ancora 2.6.

Lamenta la Corte che, a fronte delle somme ricevute dal Ministero dell’economia come anticipazioni di liquidità per il pagamento di debiti pregressi, come previsto dal d.l. 35/13 e ammontanti in totale a 8.9 milioni di euro, il Comune abbia proceduto, piuttosto che a sterilizzare l’intera somma, a sterilizzare sul lato della spesa soltanto 2.1 milioni, mentre ben 6.8 milioni sono stati utilizzati all’interno del Fondo crediti di dubbia esigibilità. Quel fondo, cioè, che serve a neutralizzare in parte l’ammontare dei residui attivi (le entrate non riscosse nel tempo) che, altrimenti, potrebbero generare avanzi eccessivi e favorire spese reali a fronte di entrate dubbie o addirittura inesistenti. In sostanza, a parte l’erronea imputazione delle somme, la Corte paventa che, così operando, il Comune possa dare origine a spese non coperte da entrate.

A proposito delle entrate, la Corte da una parte evidenzia come ci sia un’alta permanenza di residui attivi, di cui il 25% risalenti addirittura a prima del 2011, sottolineando come il riaccertamento straordinario e ordinario dei residui stessi non sia stato condotto in modo credibile, “improbabile” lo definisce la Corte. Dall’altra evidenzia la scarsa capacità del Comune di fare pagare le imposte e le tasse, anzi mette in rilievo come ci sia stata una totale inerzia nell’attività di recupero dell’evasione tributaria, se si esclude l’iniziativa intrapresa sull’Ici.

Le entrate proprie del Comune hanno subito una contrazione di 3.6 milioni negli ultimi anni e ciò, unita alla scarsa capacità di riscossione, ha provocato pesanti squilibri di cassa: ad esempio a fine 2015 non risultava reintegrata, come obbliga la legge, la somma di 3.8 milioni di euro prelevata dai fondi vincolati anche per cassa. Del tutto particolare (e non regolare) risulta poi l’utilizzo dell’istituto della delegazione di pagamento (l’ordine dato al tesoriere-cassiere di pagare quella spesa prima delle altre accantonando per tempo le somme) per pagare una società quale Ecologia e Ambiente, per giunta in liquidazione.

A fronte di tutte queste “criticità”, e dopo avere ricevuto le controdeduzioni del comune e ascoltato gli attuali amministratori  in udienza, la Corte ha adottato le seguenti decisioni:

  1. accerta la non veridicità delle risultanze contabili del rendiconto dell’anno 2015;
  2. obbliga il Comune a riformulare il rendiconto 2015 prima della approvazione di quello relativo al 2016;
  3. obbliga il Sindaco con la Giunta ed il Consiglio Comunale ad adottare le necessarie risoluzioni entro 60 giorni dal ricevimento della deliberazione della Corte;
  4. impone al Comune la limitazione di cui all’art. 188 del Tuel che fa divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge, fino a che non sarà stato approvato il rendiconto 2015 rettificato;
  5. onera i revisori dei conti del comune del compito di effettuare numerosi controlli e di esercitare la più attenta azione di vigilanza;
  6. trasmette il verbale della deliberazione alla Procura presso la Corte dei Conti affinché valuti se esistono ipotesi di danno erariale, nei confronti di funzionari e/o amministratori, nascenti dalla mancata o debole azione di recupero della evasione dei tributi comunali e per la mancata attivazione dei meccanismi del controllo analogo nei riguardi delle società partecipate dal Comune (tra cui Ecologia e Ambiente).

Come si vede, una situazione pesantissima, non originata – per il 2015 – dall’attuale amministrazione, ma a cui l’attuale amministrazione non ha fin qui saputo trovare le giuste contromisure. Ci auguriamo, per il bene della nostra città, che essi siano in grado di agire prontamente e restiamo in attesa delle prossime e adeguate iniziative.

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