Appalto per la gestione del servizio bloccato al Tar. Raccolta differenziata ferma al 10%. La Tari aumentata del 24%.
Nei giorni scorsi sulla pagina Facebook personale del sindaco di Termini Imerese (ma non sul sito ufficiale del Comune!) è comparso un Avviso, con il quale si comunica alla cittadinanza che dal giorno 16/7/2018 il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani verrà effettuato in tutto il centro storico della città mediante raccolta porta a porta.
In sé, la notizia non potrebbe che essere accolta con favore: finalmente anche la nostra amministrazione si rende conto che è la raccolta differenziata capillare e puntuale la chiave di volta per avviare a soluzione la questione dei rifiuti e trasformarli da problema quasi irrisolvibile in una preziosa risorsa. Ci sono tuttavia parecchi punti da chiarire. A cominciare dal fatto che fino ad ora l’Amministrazione comunale aveva obiettato a chi sosteneva (e noi tra questi) che fosse necessario e possibile al contempo diffondere la raccolta differenziata in città, che invece occorreva aspettare l’espletamento dell’appalto per la gestione degli Rsu. Bene: l’appalto si è bloccato al Tar, come è possibile, allora, che si dia inizio ad una raccolta massiccia (in tutto il centro storico)?
Perché una decisione assunta con evidenza in tutta fretta, con un preavviso brevissimo e senza che la cittadinanza sia stata adeguatamente informata su come comportarsi con gli orari, su come selezionare i rifiuti, come conferirli e quando? Nell’avviso si fa discendere la decisione dall’ennesimo inghippo sorto per l’avvio definitivo dell’appalto per la gestione del servizio, ma è proprio così? Perché anche su questo non si provvede a dare una adeguata informazione alla cittadinanza?
Parliamo allora dell’appalto. Una delle tante leggi regionali, (nonché ordinanze, decreti, disposizioni attuative, circolari che in questi anni hanno trasformato il settore dei rifiuti in Sicilia in una vera e propria babele a tutto vantaggio dei gestori privati delle discariche), alcuni anni fa, dopo che erano state istituite le Srr (società di regolamentazione dei rifiuti) che avevano sostituito le vecchie società d’ambito (tipo Ecologia e Ambiente con sede a Termini Imerese), aveva autorizzato i comuni a istituire gli Aro, Ambiti di raccolta ottimali. Il Comune di Termini Imerese si è visto autorizzare, così, la costituzione di un Aro che riguarda esclusivamente il nostro territorio. Per intenderci e per semplificare: un Aro si occupa dello spazzamento e della raccolta dei rifiuti; una Srr (di una di essa fa parte anche Termini Imerese) si dovrebbe occupare del sistema impiantistico per il trattamento e lo smaltimento finale dei rifiuti.
L’Aro di Termini Imerese (lo stesso Comune, per capirci), ha redatto un piano di ambito che ha individuato le modalità di svolgimento del servizio, i costi e ha deciso di affidare a ditta esterna la gestione. Come per tutte le gare che superano un certo importo a base d’asta, anche questa gara, tuttavia, non è stata gestita dall’Aro-Comune, bensì dall’Urega, l’Ufficio regionale per le gare d’appalto. Dopo mille problemi e mille ritardi, alla fine si è fatta la gara e si è aggiudicato l’appalto alla ditta vincitrice: la Dusty spa di Catania che secondo i punteggi attribuiti dalla commissione di gara, ha presentato l’offerta più vantaggiosa. Tutto bene? No! Come quasi sempre avviene in Italia, la ditta seconda classificata presenta ricorso al Tar. Il Tar si pronuncia invitando la commissione di gara a chiarire i motivi perché, per una fattispecie, alla ditta ricorrente è stato attribuito un punteggio pari a zero. La commissione nicchia, continua a non motivare. A questo punto il Tar ordina che l’Urega affidi ad una nuova commissione il compito di redigere una più motivata graduatoria. Tempi? Parecchi mesi ancora.
A questo punto arrivati, ci si pone la domanda: ma nel frattempo come e da chi è stato gestito il servizio Rsu a Termini Imerese? Lo ha fatto il Comune (che è l’Aro), avvalendosi di proprio personale e del personale fornito da Ecologia e Ambiente in liquidazione; mentre per i mezzi su strada il Comune ha dovuto ricorrere a ditte esterne mediante noli. Kafkiana la situazione del Comune: ha costituito un Aro, ma al momento manca il soggetto gestore del servizio; fa parte di una Srr che in teoria dovrebbe occuparsi degli impianti di smaltimento per conto dei comuni; si avvale di una società di cui faceva parte, Ecologia e Ambiente, che gli fornisce personale; c’è poi una gestione residuale di Ecologia e Ambiente per alcuni comuni. Srr, Ecologia Ambiente 1 e Ecologia Ambiente 2 sono tutte commissariate con il medesimo commissario. Il nostro Comune provvede a pagare pro quota i costi di tutte le società, che vanno a finire nella tariffa Tari, a carico dei cittadini.
Come è stato gestito il servizio? Ogni cittadino può valutare. Va ricordato, tuttavia, che gli Uffici si sono dovuti muovere tra mille difficoltà, tra le quali: la ricerca continua e assillante di una discarica in cui conferire; l’assenza di risorse sul capitolo dedicato ai rifiuti per l’altissima percentuale di tassa rifiuti non pagata, circa il 50%; personale insufficiente. Resta il fatto che delle circa 15.000 tonnellate annue di rifiuti prodotti ogni anno nel territorio, soltanto meno del 10% negli ultimi anni ha le caratteristiche di rifiuto differenziato. La raccolta porta a porta è stata intrapresa solo in una porzione del centro storico e a partire da agosto 2017, a causa dei problemi più sopra ricordati, si fa non differenziando i rifiuti. Di frequente è successo che, per non avere potuto pagare le ditte che prendono il differenziato (plastica, vetro, carta, metalli) raccolti tramite cassonetti dedicati, il Comune è stato costretto a conferire anche questo come indifferenziato nelle discariche.
Da quando è entrata in vigore la normativa che vieta di conferire il rifiuto indifferenziato, il Comune di Termini Imerese (come altri comuni) è obbligato a conferire i rifiuti all’impianto di Bellolampo. Lì il rifiuto viene lavorato (separato), per poi essere smaltito in una discarica nei pressi di Lentini, dall’altro capo della Sicilia. Il Comune deve pagare il trasporto e il conferimento a Bellolampo, ma anche il trasporto ed il conferimento a Lentini. Risultato? Una totale inefficienza del sistema e un abnorme aumento dei costi. Nella seconda metà dell’anno scorso e nella prima metà di quest’anno il Comune è stato costretto a pagare 175 euro a tonnellata per potere conferire i rifiuti. Un costo fuori da ogni logica di mercato e totalmente insostenibile.
Cosa ha fatto l’Amministrazione attiva per avviare a soluzione i problemi? Difficile dare una risposta positiva. Quel che è certo è che nel mese di marzo, su proposta della giunta, il Consiglio Comunale (a maggioranza) ha approvato un nuovo piano tariffario per il 2018 con un incremento dei costi di oltre 1 milione e 300 mila euro. Il costo, come è ovvio, è stato scaricato sulla tariffa, comportando così un aumento medio della bolletta Tari a carico di famiglie e imprese di circa il 24%. Una cosa sicuramente tale aumento produrrà: una minore propensione a pagare, già bassissima!
Nel marzo di quest’anno, permanendo in Sicilia la scandalosa situazione nel settore (una emergenza che dura dall’anno 2000!!!), è intervenuta l’ennesima dichiarazione, da parte del governo nazionale, di emergenza, con l’affidamento al commissario delegato – Presidente della Regione, di poteri speciali per fronteggiarla. Come è accaduto nel passato, Il Commissario ha cominciato a produrre ordinanze e a diramare ordini perentori ai comuni, ritenuti i responsabili del disastro. Sia detto per inciso, noi pensiamo invece che la prima responsabile del disastro sia la Regione, che non ha saputo organizzare e ben regolamentare il settore; che non ha mai varato un piano dei rifiuti che possegga tutti i visti necessari; che ha prima cercato di affidare lo smaltimento a 4 mega inceneritori, poi ha finito con il favorire i proprietari privati delle discariche; che non ha mai realizzato gli impianti necessari per la differenziata, in particolare TMB e impianti per l’umido, sprecando anche qui una quantità enorme di risorse europee e nazionali.
Tra i tanti ordini impartiti vi sono: il divieto di conferire in discarica più del 70% del rifiuto indifferenziato; l’obbligo di raggiungere prima il 35% di raccolta differenziata e poi il 65%; l’obbligo di provvedere a stipulare i contratti (entro il 31/7/2018) per il trasporto ed il conferimento dei rifiuti indifferenziati che eccedano il limite del 70%, fuori dalla Sicilia; l’obbligo di scaricare sulla Tari i maggiori costi che ne deriveranno. Ce li vedete voi i singoli comuni che stipulano contratti con i proprietari di navi e i titolari di impianti di smaltimento anche all’estero –tipo Bulgaria-? Immaginate la scena del porto di Termini Imerese in cui si dovranno movimentare migliaia di tonnellate di rifiuti?
Sono stati questi ordini, da cui discendono evidenti danni patrimoniali per il comune in caso di inadempienza, uniti al blocco dell’appalto per la gestione del servizio, che hanno indotto il sindaco ad emettere l’avviso di cui abbiamo parlato all’inizio. Per il bene della nostra città ci auguriamo che la raccolta differenziata funzioni. Ci restano tutte le perplessità su una operazione tardiva, improvvisata, priva delle risorse umane e finanziarie necessarie.