ASSI STRADALI DEL PORTO. Burocrazia e governo regionale impediscono che si realizzino.

Ancora fermi al palo gli assi viari che connettono il porto alla SS 113 e alla zona industriale. Opere per 20 milioni di euro che non vanno in appalto

In un articolo pubblicato circa due anni fa, Rivediamoitermini ha descritto la situazione dell’ asse viario, previsto dal Piano regolatore generale della città di Termini Imerese in vigore dal 2001, che, partendo dal porto, passando davanti l’Olis, sovrapponendosi poi al tracciato della strada esistente alla Fossola, si congiunge alla SS 113 e da lì prosegue (utilizzando il percorso realizzato peraltro negli anni scorsi) fino allo svincolo dell’autostrada (nei pressi della caserma dei VV.FF.).

Si tratta di un’opera complessa ma molto utile per la nostra città, perché consentirebbe di veicolare molto del traffico che attualmente la attraversa, con non pochi problemi per la circolazione e per l’inquinamento che ne viene prodotto, ambientale ed acustico.

Nel 2003 il Parlamento nazionale approva una legge, la n.358, che all’articolo 1 prevede espressamente il finanziamento dell’opera per un importo di 10.194 migliaia di euro, suddiviso in tre anni. Come avveniva in quegli anni, si finanziava un’opera, prevista sì dal Prg, ma senza che vi fosse un progetto pronto. L’amministrazione comunale dell’epoca diede incarico per la redazione del progetto che incontrò, però, un ostacolo che sembrava insormontabile: il parere contrario della Soprintendenza per i beni culturali di Palermo che, in particolare, bocciò la parte del progetto che prevedeva di scavalcare la ferrovia attraverso un viadotto, per l’impatto paesaggistico che esso avrebbe comportato.

Nel 2005, tuttavia, l’Amministrazione comunale nel frattempo subentrata, propose alla Soprintendenza una idea progettuale nuova: oltrepassare la ferrovia realizzando un sottopasso che, poco oltre l’Olis, consentiva alla strada di inoltrarsi per un breve tratto sull’arenile e di riuscire poco dopo lo sbocco della galleria ferroviaria. L’Amministrazione garantì che, aperta la strada, si sarebbe posto mano alla chiusura al traffico di transito della Serpentina, realizzando così il parco urbano pure previsto nel P.R.G. La Soprintendenza accettò il piano e la progettazione, con la variante ipotizzata, poté ripartire.

Il fatto che la strada dovesse occupare un tratto di arenile, sia pure breve, poneva tuttavia problemi di impatto ambientale da risolvere e, soprattutto, si sovrapponeva ad un altro progetto che in quel periodo aveva cominciato a percorrere i primi passi: “ la difesa ed il recupero ambientale del litorale del comune di Termini Imerese” (tratto compreso tra l’Olis e la foce del fiume S. Leonardo), anche essa opera assai importante, prevista da un Accordo di programma stipulato il 18/9/2003 tra i Ministeri dell’Ambiente e quello degli Affari regionali, la Regione Siciliana, la Provincia Regionale di Palermo, le Ferrovie dello Stato ed il comune di Termini Imerese, indicato come soggetto attuatore. L’AP prevedeva un finanziamento di 8.5 milioni di euro di cui 3.5 a carico delle Ferrovie e 5 a carico del Ministero Ambiente, poi trasferiti alla Regione.

In conseguenza di quanto sopra detto, i due progetti hanno dovuto camminare di pari passo, sia per quanto riguarda la Valutazione di impatto ambientale, sia per quanto riguarda gli studi preliminari necessari, tra cui lo studio dei sedimenti a mare, lo studio e l’impatto del moto ondoso, studi geologici molto puntuali, etc. Studi, ovviamente costosi e che hanno richiesto molto tempo per essere realizzati, comportando così un allungamento dei tempi di progettazione (e quindi di realizzazione) e un incremento dei finanziamenti necessari, visti i numerosi rincari dei vari prezziari da porre a base degli appalti. Ad oggi, in ogni caso, si può dire che le progettazioni, anche esecutive, sono state perfezionate e le opere potrebbero andare in appalto per la loro realizzazione. Il finanziamento dello Stato, nel frattempo, essendo trascorsi troppi anni dal 2003, non era più sufficiente per la realizzazione dell’opera.

A questo punto interviene la Regione Siciliana. Nell’ambito delle iniziative intraprese per affrontare la gravissima crisi provocata dalla chiusura della Fiat di Termini Imerese, l’Assemblea Regionale Siciliana varò la legge regionale n. 11 del 2010 la quale, all’articolo 111, autorizzò il governo regionale a stipulare un mutuo di 150 milioni di euro per finanziare interventi infrastrutturali nel comprensorio, che avrebbero dovuto migliorare l’attrezzatura materiale del territorio e conseguire una più alta attrattività per gli investimenti.

Dopo avere stipulato il mutuo e acquisito nella sua cassa il netto ricavo, la Regione ha promosso un Accordo di programma (poi più volte rivisto) con altri sette enti, tra cui il comune di Termini Imerese, che prevede la realizzazione di 16 opere, per un totale di circa 150 milioni di euro, in gran parte strade e assi viari e i moli foranei del porto. Tra esse la strada Porto – SS 113, inserita con un finanziamento di 13.395.000 euro e l’asse viario – diviso in due tratti- che collega il porto alla zona industriale, finanziato per complessivi 7.700.000 euro. L’ultima revisione dell’Apq risale a luglio del 2013, data dalla quale hanno cominciato a decorrere i 48 mesi di validità previsti per l’Apq stesso.

Il Comune di Termini Imerese, come ricordato più sopra, ha provveduto a completare la progettazione anche se l’ultima revisione progettuale con relativa applicazione del prezziario aggiornato ha mostrato che le 13.395 migliaia di euro non erano e non sono più sufficienti e quindi non si può dare il via all’appalto, per il quale è necessario che ci sia il finanziamento completo. Gli uffici del comune si sono attivati per tempo e tramite l’Amministrazione hanno chiesto alla Regione che venisse incrementato e completato il finanziamento con altri 2 milioni di euro.

La Regione Siciliana, spesso capace di inventare arzigogoli, contorsioni, disattenzioni e impudicizie di vario genere, non ha mai risposto, non ha mai mostrato interesse al problema, né in sede tecnico-burocratica, né in sede di governo regionale. Capita allora che, accortasi dopo mesi dalla scadenza, che l’Apq aveva superato i 48 mesi di validità, la giunta regionale abbia provveduto in tutta fretta ad approvare una delibera (221 del 30/5/2018), con la quale proroga la validità dell’Apq di altri 24 mesi allo scopo di consentire il completamento di 10 opere, tra cui la nostra strada Porto-SS 113.

Nulla la delibera dice sul necessario incremento dei fondi e nulla dice sulle due opere per 7.7 milioni di euro, relative al completamento delle strade di accesso al porto lato nord, inizialmente affidate per la realizzazione all’Anas (come raccontato nell’ articolo già citato e qui pubblicato), poi, a seguito della rinuncia di Anas e poi dell’Autorità portuale, messe in oblio, nonostante gli uffici del comune abbiano prospettato diverse soluzioni.

Il finanziamento dei circa 2 milioni ulteriori necessari per la strada Porto-SS 113, potrebbero essere facilmente reperiti all’interno dell’Apq, stante il fatto che alcune delle 16 opere a suo tempo finanziate, non hanno fatto passi avanti e residuano alcune decine di milioni di euro disponibili. Per le opere viarie lato nord, invece, basterebbe individuare l’ente attuatore, visto che non è neanche lontanamente sopportabile che una opera utile non si faccia perché non si trova l’ente che la progetta e la appalta.

Chi si lamenta della disoccupazione incalzante, della lunghezza delle opere mai completate, dei soldi sprecati, in questo caso indirizzi la sua rabbia e le sue giuste rimostranze al governo della Regione, immobile e colpevolmente inefficiente oltre che insipiente, forse perché troppo occupato a Pontida.

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