L’autorizzazione per l’impianto Ecox va cancellata

L’Aia rilasciata dalla Regione alla Ecox non rispetta né le leggi, né la volontà dei cittadini espressa attraverso il Consiglio Comunale

Con decreto del dirigente generale del Dipartimento acque e rifiuti dell’1/2/2017 la Regione Siciliana ha rilasciato l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) alla ditta Ecox srl che intende realizzare un impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani organici provenienti da raccolta differenziata e di scarti agro alimentari, finalizzato alla produzione di compost.

La vicenda dell’impianto della Ecox , previsto nella 2^ fase della zona industriale, ha suscitato nella nostra città un grande dibattito con ripetute prese di posizione contrarie, con deliberazioni assunte dal Consiglio Comunale che a stragrande maggioranza si è espresso in modo negativo sulla realizzabilità dell’impianto e anche con iniziative di opposizione formale promosse dalla amministrazione comunale.

E’ utile, a questo proposito, ripercorrere alcuni dei passaggi fin qui vissuti. In data 20/05/2015 la ditta Ecox srl presentava alla Regione Siciliana una richiesta per il rilascio di AIA per un impianto di trattamento rifiuti nella zona industriale di Termini Imerese che prevedeva:

  1. la lavorazione di 110.000 tn annue di rifiuti indifferenziati, attraverso un impianto di selezione dei rifiuti e di produzione del c.d. CSS (combustibile solido secondario) da avviare per l’incenerimento a cementifici e/o ad inceneritori, tuttavia non individuati;
  2. la lavorazione di 40.000 tn annue di frazione organica di rifiuti solidi urbani (c.d. FORSU) da cui trarre biometano da immettere nella rete che attraversa la zona industriale e per la parte residua per produrre compost;
  3. di fare confluire tali quantitativi di rifiuti da un vastissimo bacino di utenza corrispondente ad oltre 500.000 abitanti, il doppio della popolazione che risiede nell’organismo preposto ai rifiuti di cui fa parte Termini Imerese.

Tale richiesta, con il relativo progetto, non veniva depositata presso il Comune di Termini Imerese, in aperta violazione di quanto prescritto dall’art. 20 del D.Leg.vo 152/2006 che disciplina tra l’altro le modalità da rispettare tra le quali una, importantissima, che è quella della partecipazione dell’ente locale e dei cittadini interessati al procedimento autorizzatorio. Il comune e i cittadini termitani hanno appreso così del progetto solo quando ne è stato dato dato avviso su uno dei siti della Regione e su un quotidiano, a fine luglio.

La tipologia dell’impianto, la grandissima movimentazione di rifiuti che esso avrebbe comportato, la localizzazione dello stesso in un sito che, ancorché all’interno di una area industriale, certamente non si presta per impianti che comportano emissioni nocive, il rischio che tale impianto aprisse le porte ad un inceneritore nell’area di Termini Imerese, hanno spinto cittadini, associazioni, forze politiche, a dare l’allarme, a dibattere pubblicamente del problema ed a esprimere un forte no. Di tale sentimento si è fatto interprete il Consiglio Comunale che con una delibera del 15/12/2015 ha espresso formalmente la sua opposizione. Successivamente la giunta comunale ha formulato un atto di indirizzo al settore tecnico incaricato al fine di esprimere una posizione contraria all’interno della Conferenza di servizi convocata per il rilascio dell’Aia.

L’Aia è una procedura unica che raccoglie in una unica sede i pareri che devono rilasciare tutti gli organi competenti. L’Aia, altresì, deve raccogliere gli esiti della procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) che deve essere espressa da un organismo, diverso dall’organismo procedente, che è l’Assessore per il territorio e ambiente della Regione Siciliana, previo parere di un apposito organismo tecnico.

Bene. In data 20/1/2016 l’Assessore per il territorio ha firmato il decreto n. 22 con il quale, “considerato che l’impianto previsto non comporta effetti significativi sull’ambiente….può essere escluso dalle procedure di Via “, anche se deve rispettare una decina di prescrizioni contenute nel decreto stesso. Va rilevato che nel decreto non viene minimamente citata l’opposizione presentata a seguito della delibera del Consiglio comunale del 15/12/15 e si finge di ignorare che l’Amministrazione comunale aveva segnalato che la ditta Ecox non aveva depositato il progetto in Comune, lo ripetiamo: in aperta violazione di legge.

Acquisita la esclusione dalla Via, la procedura ha provato ad andare avanti, fino a che, in seguito anche ad ulteriori pareri negativi espressi, tra cui quello della Srr Termini-Madonie che ha competenza sugli impianti di trattamento dei rifiuti, la ditta Ecox ha fatto pervenire alla Regione ed al Comune una lettera datata 3/3/16 con la quale, preso atto delle opposizioni manifestate contro l’impianto, comunica di ritirare il progetto e di presentarne un altro che esclude tutta la fase di lavorazione collegata ai rifiuti indifferenziati e alla produzione di Css.

A questo punto il Comune, ritenendo che ci si trovasse di fronte ad una nuova procedura, chiede alla Regione di riaprire i termini per la presentazione di formali opposizioni e lo stesso fa il Consiglio comunale che, con delibera del 14/4/16, esprime una articolata e motivata opposizione alla realizzazione del nuovo impianto.

Successivamente, tuttavia, la ditta Ecox ha ulteriormente modificato il progetto che alla fine (7/10/16), ha preso la forma di un impianto destinato a trattare solo rifiuti da Forsu per produrre compost, escludendo quindi la produzione di biometano, che secondo le intenzioni della ditta, insieme alla produzione di Css, avrebbe dovuto costituire il core-business della impresa.

Si è giunti così al rilascio della Aia per un impianto autorizzato a lavorare 40.000 tn annue di rifiuti organici da Forsu e 10.000 tn. annue di c.d. verde strutturante, per la produzione di compost, attraverso un ‘trattamento biologico’ ‘aerobico’. A seguito dell’ottenimento dell’Aia la ditta Ecox può adesso predisporre un progetto esecutivo che rispetti le 74 prescrizioni del decreto. Settantaquattro prescrizioni indicano forse una qualche carenza progettuale e comunque il progetto dovrà essere sottoposto a verifica di conformità.

Fin qui i fatti. Quali valutazioni possiamo fare?

  1. Noi siamo fermamente convinti che non si devono realizzare opere o impianti che comportino impatti significativi e contrastino con fondamentali scelte territoriali, meno che mai quando una comunità locale esprima una forte e motivata opposizione. Nel caso della Ecox ci sono state ben due delibere di Consiglio Comunale assunte a stragrande maggioranza che, interpretando il sentire diffuso della popolazione, anch’esso chiaramente manifestato, hanno espresso un parere contrario.
  2. Nonostante la tipologia dell’impianto sia stata più volte modificata permangono considerazioni di fondo che motivano le regioni della opposizione, già più volte dichiarata:
    • L’impianto è progettato per accogliere scarti alimentari e vegetali in grandi quantità giornaliere che, soprattutto nel periodo estivo, spesso già emettono effluvi pesanti di per se e che devono marcire per un lungo periodo con un trattamento ‘aerobico’. Si pone quindi un problema relativo a possibili emissioni nocive e/o comunque fastidiose per gli esseri umani e per l’ambiente quali polveri, odori maleodoranti, etc. Nulla importa a questo fine che si tratti di un impianto localizzato in una zona industriale, dal momento che esso si trova prospicente una strada molto trafficata (l’asse principale dell’area industriale), a meno di 30 metri dalla autostrada A19 e a meno di 20 metri da un centro commerciale molto frequentato. Nel rilasciare l’Aia la Regione Siciliana sembra per altro avere completamento omesso di osservare le norme che essa stessa ha emanato per disciplinare simili evenienze. Ci riferiamo alle linee guida per gli impianti di compostaggio emanate dal Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Sicilia che al punto 3.1.2 Vincoli da considerare, testualmente dice: “Costituisce inoltre un vincolo da considerare con particolare attenzione, verificando la coerenza dei sistemi di processo e dei presidi adottati, la presenza di insediamenti abitativi anche singoli nel raggio di 1000 metri; la presenza di insediamenti singoli entro i 200 metri può costituire, dopo verifica delle condizioni topografiche  ed operative locali, specifico motivo di esclusione delle possibilità di autorizzazione “.

      Chiunque conosca un minimo la zona
      sa e comunque non può non accorgersi che nel raggio di mille metri insistono numerose abitazioni e perfino una stazione ferroviaria e che nel raggio di 200 metri (come abbiamo visto meno di 20 metri in verità) insiste un grosso esercizio commerciale in cui si affollano ogni giorno centinaia di cittadini.La verifica sulle condizioni reali del contesto insediativo avrebbe dovuto essere effettuata nell’ambito della procedura di verifica di esclusione dalla Via con maggiore attenzione effettuando anche sopralluoghi sul sito ma, come abbiamo visto, tale verifica ha portato l’impianto della Ecox ad ottenere un decreto di esclusione dalla Via, che non appare supportato da rigore scientifico, mentre si usano affermazioni apodittiche che non corrispondono alla realtà dei luoghi e della reale incidenza degli incrementi di impatto sulle singole componenti ambientali interessate.Inoltre è stato impedito al Comune di Termini Imerese ed ai suoi cittadini di poter partecipare alla procedura di Via, semplicemente perché, in violazione di una legge specifica, è stato consentito alla Ecox di non depositare nei tempi corretti il progetto al comune ed è stato respinto senza motivazione alcuna il rilievo formulato in merito dal Comune.
      Il decreto di esclusione dalla Via, ancora, è stato emanato sulla base del parere rilasciato dal servizio Via-Vas dell’Assessorato regionale del territorio, mentre il parere avrebbe dovuto essere rilasciato, così come previsto dalle norme vigenti, dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas, che è un organismo tecnico indipendente.
    • In alcun conto, da parte della Regione, sono state tenute le osservazioni e le opposizioni formulate e presentate a più riprese, sia dagli uffici tecnici che da parte del Consiglio Comunale. Di più, si dice nel decreto, con riferimento alla delibera di Consiglio n. 11 del 14/4/16 depositata nel corso della seduta del 27/9/16 della Conferenza di servizi, che: “ Il tavolo(!) della conferenza di servizi ritiene di non tenere conto della suddetta delibera consiliare per le manifeste motivazioni di carattere politiche(!) e non tecniche (!)”. Chiunque si trovasse a leggere la predetta delibera consiliare, scoprirebbe facilmente che le motivazioni addotte contro l’impianto della Ecox sono tutte di merito e nel merito dell’impianto, visto soprattutto attraverso la sua localizzazione nel contesto del territorio termitano. Era, come è, preciso dovere della conferenza di servizi entrare nel merito delle argomentazioni, magari per confutarle ad una ad una. Esula totalmente dai compiti di simili organismi eludere gli argomenti proposti all’esame ed irridere l’iniziativa di un Consiglio Comunale che difende il proprio territorio.
  3. Riteniamo sia un dovere della istituzione locale, a questo punto, assumere tutte le iniziative necessarie affinché vengano rispettate le norme, le procedure ed il volere di una popolazione, oltre che di una intera amministrazione comunale. Tocca quindi al Consiglio Comunale ed al Commissario straordinario assumere gli atti deliberativi necessari per presentare formale opposizione al decreto di rilascio dell’Aia in favore della Ecox. Ai cittadini il compito di sollecitare e di sostenere tali atti.
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